fiorese%20art%20gallery011007.gif
arrows_dx.jpg
La consapevolezza del metodo costruttivo
(dal "Catalogo generale delle opere di Amedeo Fiorese" - Mario Guderzo, 2007)
 

Anche restringendo il campo alle arti dette visive, è impossibile indicare categorie di oggetti che siano tutti, per il solo fatto di appartenere a una di quelle categorie, oggetti artistici. Il concetto di arte non definisce categorie di cose, ma un tipo di valore. Esso è sempre collegato con il lavoro umano e le sue tecniche ed indica il risultato di un rapporto tra un’attività mentale e un’attività operativa. Il valore artistico di un oggetto è quello che si dà nella sua configurazione visibile o, come comunemente si dice, nella sua forma. Esso è in rapporto con la maggiore o minore importanza attribuita all’esperienza del reale che si fa mediante la percezione e la rappresentazione. Quale che sia il suo rapporto con la realtà oggettiva, una forma è sempre qualcosa che viene data a percepire, un messaggio che viene comunicato per mezzo della percezione. Sosteneva Francis Bacon che “La grande arte è sempre un modo di concentrarsi, reinventando ciò che viene chiamato fatto, ciò che sappiamo della nostra esistenza – una riconcentrazione – inventando il modo che puoi escogitare per presentare il fatto, strappando i veli che esso acquisisce nel tempo”. Collocarsi al di là di uno spazio definito per poter leggere un fatto d’arte è quello che la critica dovrebbe mettere in atto. Al di là di uno spazio è possibile concentrare la propria attenzione su un particolare. È anche un modo di riflettere su se stessi, una finestra interiore in cui si riesce a vedere solo quello che si vuole. Per l’artista l’opera d’arte diventa il luogo della rappresentazione, dove egli può vedere se stesso. Creare un’opera d’arte è un’azione che consiste proprio nel realizzare un prodotto utilizzando materie diverse. Ed è questo che fa Amedeo Fiorese. Le sue sculture, i disegni, i dipinti, impediscono proprio una distinzione tra la realtà e le immagini. Le sue azioni sono veloci, dinamiche. Agire nella creazione artistica per lui è un’attività autografa, quasi una azione di natura privata, fatta per se stessa, determinata nel tempo, una pulsione interiore che viene espressa dal gesto o da una sequenza attraverso la materia prima, il metallo, la pietra, il cemento, il colore. L’opera per Fiorese è la registrazione di una vita. La materia e la superficie su cui agisce si presentano come un insieme in cui non sono distinguibili figure, realtà, strutture, pitture; il suo progetto non è mai soltanto la proposta di un’immagine. Una forma si accosta ad un’altra, altera la realtà, stravolge i sensi, propone incomprensioni, suscita emozioni, si contrappone. Il linguaggio figurativo viene liberato dalla mimesis, diventa un linguaggio espressivo a partire dai suoi stessi elementi costitutivi (linea, colore, massa, messi in rapporto dialettico tra loro da qualcosa di simile alle espressioni musicali: il ritmo, il contrappunto, il timbro della musica). Va sottolineato, per lui, come attraverso la forma dell’improvvisazione sia possibile creare un linguaggio capace di toccare direttamente lo spirito di chi osserva con attenzione un “fatto artistico”, senza passare attraverso la descrizione. Così avviene nella scultura, per certe masse, certa materia: marmo, pietra, grès, argilla, legno, ferro, bronzo; così si presenta nella pittura per certe forme, certi colori che sono capaci di comunicare quasi direttamente delle sensazioni, concedendo l’opportunità di comporre la propria “musica visiva” calibrando, sulla propria sensibilità, un complesso di suggestioni simboliche.

fiorese%20art%20gallery011006.gif
fiorese%20art%20gallery011005.gif
fiorese%20art%20gallery011004.gif
fiorese%20art%20gallery011003.gif
fiorese%20art%20gallery011002.gif
fiorese%20art%20gallery011001.gif
iografia
ontatti
ink
pere
acebook
ritiche
OME
Mario Guderzo